di Alessia Carlino
Esistono forme d’espressioni riconducibili all’arte che generano passioni, scambi intellettuali, sintonie che definirei parallele dove un gruppo di artisti, curatori o semplicemente appassionati generano un mondo colorato e onirico.
Loverismo è un progetto nato dall’incontro di varie personalità dedite al monde dell’arte, più che un movimento è una presa di coscienza, la volontà di voler uscire dagli schemi del sistema arte cercando di ritrovare i valori insiti nell’esercizio creativo.
Una vocazione, un’impresa dettata dallo spirito di condivisione, laddove l’amore è alla base di ogni rapporto umano e personale.
Ho incontrato uno dei fondatori di Loverismo, Mauro Tropeano, che in una lunga chiacchierata mi ha raccontato come questa sorta di vocazione nata per gioco sia diventato un progetto complesso che vede la compartecipazione di artisti, addetti ai lavori e appassionati.
Mauro vorrei cominciare parlando del tuo lavoro sei un curatore d’arte e sono molteplici gli eventi che hai seguito, come è iniziato il tuo percorso professionale?
In un primo momento volevo “fare l’artista” ma crescendo e studiando ho capito che non era quella la mia strada. Ho scoperto la figura del curatore d’arte frequentando l’università e da quel momento in poi ho canalizzato la mia attenzione in quel settore. La mia primissima esperienza è stata al MLAC (Museo Laboratorio di Arte Contemporanea) alla Sapienza. Vinsi una borsa di collaborazione e quindi per sei mesi ho avuto la possibilità di veder nascere (ma anche finire) mostre di varia natura, entrando nel vivo dell’organizzazione di eventi d’arte. Ricorderò sempre il periodo di chiusura della mostra dell’artista serbo Jusuf Hadžifejzović, al MLAC a cura di Simonetta Lux. Ho passato una decina di giorni con Hadžifejzović ed è stata, credo, la prima volta in cui ho avuto un contatto così lungo e intenso con un artista, un’esperienza di cui farò sempre tesoro in quanto è stato in quel momento esatto che ho capito che quello che volevo fare “da grande” era il curatore d’arte. Sempre grazie alla Lux (in assoluto un esempio da seguire a mio parere, una donna da cui ho imparato molto e sono onorato di aver avuto la fortuna di essere stato un suo allievo) ho avuto modo di fare altre esperienze su campo che mi hanno dato una grande spinta.
Dopo il diploma di laurea triennale, con una tesi in storia dell’arte dal titolo “New Pop” ho iniziato a presentarmi a diverse gallerie di Roma dove ho avuto modo di fare qualche esperienza formativa molto utile senz’altro, mentre per la prima esposizione devo molto a Togaci che mi ha dato una spinta a iniziare dividendo con me un paio di esposizioni all’Hula Hoop Gallery: “Surrealism de femmes.. le retour”, collettiva con Natascia Raffio, Valentina Zummo e Little Points…, “Reprimenda” prima personale di Paolo Pilotti e la prima personale di Madame Decadent, “Philia/In Albis”, di cui però affidò interamente a me la curatela ed è anche la prima mostra in assoluto col mio nome e la ricorderò sempre con molto piacere.
In contemporanea all’Hula Hoop ho avuto modo di fare altre esperienze in una galleria romana dove ho co-curato numerose mostre tra cui anche la prima personale italiana di Alice Pasquini, Sbagliato, Stefano Bolcato e altri grandi artisti. Poi è arrivato il Loverismo… e da lì è tutta un’altra storia!
Vorrei che donassi una spiegazione del concetto di Loverismo, quali sono le peculiarità di questo progetto?
Dovrebbe essere, per me, molto semplice rispondere a questa domanda, ma non posso nascondere un certo imbarazzo nel dover ammettere che non è proprio così. Spiegare cos’è il Loverismo è un po’ come dover spiegare a qualcuno cosa si prova quando si è innamorati. Il che non è una passeggiata.
Tuttavia ci sono delle peculiarità su cui mi vien facile parlare e che sono senz’altro lo studio, la dedizione, l’amore per il proprio lavoro e il rispetto in quello degli altri, costante impegno e il desiderio di condivisione (di idee, del proprio lavoro, ecc…). Messa così può sembrare tutto molto banale ma siamo arrivati a voler ribadire questi concetti (scontati) proprio perché, osservandoci intorno, purtroppo, ci rendiamo sempre più conto che molte volte almeno uno dei punti elencati sopra viene a mancare e, nelle peggiori delle ipotesi, addirittura vengono meno tutte insieme! Vien da sé che può essere molto mortificante. Il Loverismo vuole smuovere il terreno per ricordare, o solo far notare, che in giro c’è anche gente che crede ancora molto in quello che fa e ha intenzione (e ci riesce) a mantenere, quantomeno un minimo, di purezza nel proprio operato.
C’è chi mi può dire che “è sempre stato così!”. Beh, non per questo me lo faccio andare bene. Proprio perché è sempre stato così credo che sia il momento giusto per cambiare.
Loverismo porta alla luce particolari forme espressive, lo definirei più un’attitudine che un movimento artistico, da cosa è nata l’idea che ha scaturito la sua creazione?
È sicuramente un’attitudine! Ci piace parlare di movimento artistico ma sarebbe più corretta la tua di definizione in quanto il Loverismo non è chiuso a una stretta cerchia di persone nè tantomeno è esclusivo al campo artistico. Chiunque può essere loverista: artisti, scrittori, musicisti, registi, galleristi, direttori di musei, ecc… Purché vengano rispettate le prerogative che ti elencavo prima.
Mi piace sempre raccontare come è nato perché in realtà tutto è scaturito da un gioco. Una sera, il 3 novembre 2011, insieme a Silvia Faieta, Togaci e Natascia Raffio, si parlava del più e del meno circa tutto il giro dell’arte che ci apparteneva fino a quel momento notando soprattutto di come faide, invidie, scaramucce e pettegolezzi rovinassero la bellezza e la magia del fare Arte. Da lì si scherzava sul fatto che ci voleva un pretesto per unirli gli artisti (così come tutti gli addetti ai lavori) anziché dividerli, come invece spesso accade. Quindi ci siamo detti che visto il nostro forte legame spinto da un sentimento di amore, sarebbe stato perfetto fondere la parola “lover-” con la desinenza ‘”-ismo” per schernire tutti gli “-ismi” che si sono susseguiti nella storia. Così è uscito fuori il Loverismo. Ma nessuno di noi quella sera pensava davvero di aver inventato un movimento, o come lo si voglia chiamare. Sempre per gioco creammo una pagina sul social network facebook (www.facebook.com/Loverismo) e lì la cosa ha iniziato a prendere una piega diversa. Abbiamo iniziato ad avere i primi contatti con altre persone che condividevano il nostro pensiero e così abbiamo cominciato a credere seriamente nel progetto.
Diversi mesi più avanti Togaci ci ha messo a disposizione uno spazio nella programmazione della stagione espositiva dell’Hula Hoop (che nel frattempo era diventato un po’ il nostro quartier generale). La prima mostra comprendeva sette artisti in esposizione: Natascia Raffio, Silvia Faieta, Paolo Pilotti, Gerlanda di Francia, Madame Decadent, Togaci e all’ultimo minuto si aggiunse Alessio Fralleone. Qualche mese più tardi eravamo già al Centro Culturale Elsa Morante però con dieci artisti (si aggiunsero ai precedenti Valentina Zummo, Maria Antonietta Cardea e Martina Monopoli). La mostra, come la prima, fu di un successo discreto, sufficiente a mettere in programma una terza esposizione e a farci ideare un primo concorso loverista col pretesto di cercare nuovi artisti in vista della successivo progetto all’Elsa Morante. Un altro gioco. Non amiamo la competizione. Per me è come se lo avessero vinto tutti il concorso solo che i posti disponibili erano davvero limitati e non potevamo portarli tutti con noi, anche se alcuni, quando possiamo, ce li portiamo in giro. Ad esempio nell’ultima mostra tenutasi a Milano tra i quaranta artisti c’erano alcuni degli amici che abbiamo conosciuto grazie proprio al nostro concorso.
A seguito di questi eventi sono giunto alla conclusione che forse, seppur nel nostro piccolo, siamo riusciti a metter su una vera e propria “love machine” che trasforma in amore tutto ciò che tocca. È impressionante come in ogni mostra loverista si respiri una certa aria che non so descrivere. Non lo dico per tirare acqua al mio mulino. Ho curato altri progetti che con il Loverismo non avevano nulla a che fare, mostre anche di un certo rilievo, ma non ho mai provato le stesse sensazioni che provo a ogni nuovo evento loverista. C’è una magia nel Loverismo, dovuta ovviamente alle persone che ne fanno parte, dando quella sensazione di “famiglia” che secondo me è molto importante. C’è chi non si è più sentito “a casa” e ha voluto prenderne le distanze, il che ovviamente mi dispiace e auguro loro sempre tanta fortuna. D’altra parte, alcuni escono ed altri entrano. Le porte del Loverismo sono sempre aperte. A tutti!
Entrando nello specifico della prossima mostra intitolata Pop&Roll, che inaugurerà il 9 luglio presso il centro culturale Elsa Morante, vorrei chiederti quali artisti verranno coinvolti e quale sarà il filo conduttore di questa esposizione?
Non abbiamo mai avuto un particolare interesse verso uno specifico genere. Dopo tante collettive sempre più grandi ho voluto un po’ ridimensionare il tiro ma solo di numero, non certo di qualità (modestia portami via! hehehe) con sei artisti, scelti tra coloro i quali sono più vicini al panorama new pop italiano. Pier Luigi Manieri, direttore dell’Elsa Morante, che ha preso molto a cuore il Loverismo spingendoci ogni volta che può, ci ha dato questa data per la quale ho voluto dare un taglio più “pop” visto che dopo l’ultimo lungo anno dedicato quasi esclusivamente al Loverismo avevo un po’ messo da parte quella che è da sempre una mia grande passione e anche fonte di tanti stimoli. Ciò non toglie che in futuro non ci possano essere altre collettive metafisiche piuttosto che informali, o di qualsiasi altro genere… Non ci formalizziamo.
Per questa volta ho voluto in mostra Amelia Von Grüne, Antonella Caraceni, Cunene, Marco Tarascio, Natascia Raffio e Paolo Pilotti. Volevo una mostra pop ma allo stesso tempo mi piaceva l’idea di evidenziare il melting pot che caratterizza il Loverismo, giusto per complicarmi un po’ le cose. Non è stata facile la scelta degli artisti, soprattutto quando sono tanti gli artisti da poter scegliere, ma alla fine sono molto soddisfatto del risultato. Mi piace l’ampia gamma di materiale presente in mostra. Ogni artista è diverso dall’altro e ognuno di loro ha un universo denso di emozioni tutte da vivere.
Dopo la pausa estiva quali eventi sono in programma per il popolo Loverista?
Con “Pop & Roll” voglio dare inizio a una lunga serie di “mini” mostre collettive ridotte in partecipanti ma non in numero di opere. Quindi di “mini” in realtà avranno ben poco. Con collettive molto grandi purtroppo il numero di pezzi da poter esporre è sempre molto limitato in quanto lo spazio va diviso tra più artisti, mentre in questo modo posso allargare il campo visivo di ogni artista e dare al pubblico loverista la possibilità di conoscere meglio il lavoro di ognuno di essi. Inoltre ho intenzione di ampliare il discorso anche ad altri stili e generi artistici di cui l’arte ipercontemporanea ne è pieno.
Sto anche valutando l’ipotesi di un secondo concorso loverista ma è ancora tutto in work in progress.
Nel frattempo sto già pensando a una formula per la prossima collettiva/anniversario. Inoltre conto di collaborare ancora con Giuseppe Iavicoli conosciuto anche come Beppe Treccia, con il quale ho collaborato per “Loverismo – make love… in Milan” e chissà cosa ne verrà fuori.
Mentre per fine estate c’è la possibilità che ci troviate all’Antico Lavatoio di Montecelio per una nuova collettiva.
Insomma… Tanta roba!!! Quindi tenete sempre d’occhio la nostra pagina facebook per non perdervi i nostri prossimi spostamenti!
INFORMAZIONI TECNICHE
Pop&Roll
Centro Culturale Elsa Morante
piazzale Elsa Morante, Roma
dal 9 al 22 luglio 2013
inaugurazione 9 luglio ore 18