Maurice Béjart, uno dei più grandi protagonisti della scena del Novecento, scrive a un giovane danzatore: Che cos’è la danza? Quali sono i suoi strumenti? Che cosa distingue un semplice esecutore da un interprete? La sbarra, lo specchio, il palcoscenico, il pavimento definiscono il contesto di un’arte specifica, ma il discorso supera questo ambito circoscritto e investe la dimensione dell’essere.
Gli esercizi alla sbarra, che sono la base del lavoro quotidiano, rappresentano molto più che la ripetizione infinita di passi e movimenti: sono una presa di coscienza. La sala danza diventa allora un luogo di meditazione e preghiera, dove si ritrova il contatto con l’Assoluto.
Il rapporto con lo specchio e quello con il pubblico di fronte al palcoscenico rimandano alla consapevolezza di sé, alla perfetta capacità di giudizio dell’occhio interiore, alla differenza che un osservatore percepisce fra chi ha interiorizzato i movimenti e chi ha imparato bene ogni cosa ma appare anonimo nell’esecuzione.
La danza come la vita o la vita come la danza, diventa una ricerca infinita, in cui le domande trovano poche risposte e sollecitano nuove riflessioni.
Natale 2000
Scritto da Béjart in occasione del Natale dell’anno 2000 con il titolo originale “Lettres à un jeune danseur”, questo testo, edito in Italia da Edizioni Lindau nella collana “le Comete” con la traduzione di Irène Berruyer, racconta due sue grandi passioni: la danza e la formazione artistica e umana dei giovani talenti.
Nel corso della sua vita, infatti, Béjart non solo creò e interpretò celeberrime coreografie, ma fondò anche tre scuole da cui sono usciti alcuni dei più grandi ballerini di oggi.
In pagine ispirate, lucide e commoventi, Béjart, ormai vecchio, si confronta con l’energia e le speranze tipiche di un giovane che ha tutta la vita davanti a sé e consegna al lettore una sorta di testamento spirituale, tanto essenziale quanto vibrante di una straordinaria forza interiore. L’artista parla di sé e della sua arte, vissuta innanzitutto come ricerca di ciò che è universale ed è espressione dell’unicità di Dio.
Queste lettere sono una testimonianza preziosa di un percorso iniziatico fecondato da numerose tradizioni religiose e spirituali, dallo yoga allo zen, al cristianesimo. Béjart vi distilla una saggezza profondamente umana, rivolta innanzitutto alle nuove generazioni.
La casa editrice Lindau nasce a Torino, nel febbraio del 1989. Il marchio Lindau è passato negli anni, da leader nella produzione di saggistica cinematografica, a punto di riferimento nel dibattito culturale. Dal 2014 una nuova collana ospita narrativa, reportage e racconti di viaggio.
Con più di 1000 titoli pubblicati e oltre 70 novità annue, panorama degli argomenti trattati è ormai molto ampio e comprende letteratura e saggistica, articolata su una vasta serie di temi, dal cinema, all’attualità politica e culturale, alla storia, alla scienza e alla psicologia