Presentazioni di libri, spettacoli comici, reading, musica e danza. Sta per terminare la prima edizione del Marconi Teatro Festival organizzata a Roma dal direttore del Teatro Marconi Felice della Corte con Riccardo Barbèera, Ilaria Ceci e Davide Sacco e non poteva mancare l’omaggio ad un grande della musica italiana: Domenico Modugno.
Il 1 agosto alle 21.00 è in scena Marco Francini con Mister Volare Omaggio a Domenico Modugno. Lo abbiamo intervistato.
Sono tantissimi i grandi interpreti della canzone italiana. Perchè vuole omaggiare proprio Domenico Modugno?
Da moltissimi anni conduco un personale percorso di ricerca nella storia della canzone italiana: da attore e cantautore non potevo non imbattermi nella figura-chiave di Domenico Modugno: protagonista della scena teatrale, cinematografica e – naturalmente – musicale del nostro Paese.
Un riferimento irrinunciabile per tutti coloro che si occupano di cantautorato.
Quanto studio c’è di Modugno come cantante ma anche come uomo per portare in scena uno spettacolo come ‘Mister Volare’?
C’è un lunghissimo studio preparatorio. Dagli anni Duemila ho approfondito lo studio della figura-Modugno con attenzione e costanza.
Nel 2009, con l’amico giornalista-scrittore e compagno di scena Michelangelo Iossa (una sorta di alter ego narrativo sul palco), abbiamo costruito un testo che alternasse canzoni e versi in una sorta di ‘immersione’ totale nell’universo del ‘Mimmo Nazionale’.
Dal maggio 2010 abbiamo portato in scena lo spettacolo ‘Meraviglioso – Omaggio a Domenico Modugno’ che, nel corso degli ultimi tre anni si è poi trasformato in ‘Mister Volare – Omaggio a Domenico Modugno’ e che è divenuto anche un disco con otto tracce, arrangiato dal musicista Mauro Spenillo, altra figura-chiave nella genesi di questo progetto.
Con Mauro e Michelangelo abbiamo voluto fortemente raccontare Modugno nella sua ampiezza, nella sua totalità espressiva: il Modugno sanremese, certamente, ma anche quello che collaborava con Riccardo Pazzaglia o Pier Paolo Pasolini, il Modugno degli sceneggiati televisivi come ‘Scaramouche’ o il vincitore del Festival di Napoli, evocando anche le grandi canzoni nei dialetti del sud, in cui Mimmo Modugno eccelleva.
Chi è per lei Modugno?
Domenico Modugno è decisamente un regalo che la grande storia dello spettacolo e della musica hanno voluto fare a noi italiani.
Un’icona della cultura popolare del Novecento e un uomo del Sud, un ambasciatore della versatilità espressiva italiana e l’autore della canzone tricolore più celebre al mondo, quella “Volare – Nel blu dipinto di blu” che emoziona da quasi sessant’anni il pubblico di ogni angolo del pianeta.
Cosa direbbe secondo lei se fosse ancora in vita della musica dei nostri tempi?
Modugno era un eterno curioso, della vita, della Musica e dell’Arte. Volle conoscere personalmente Vasco Rossi perchè incuriosito da questa nuova figura cantautorale.
Sono certo che avrebbe teso l’orecchio anche alla generazione dei talent. Era un artista privo di steccati.
Il primo agosto in scena al Marconi Teatro Festival verrà presentato anche l’album ‘Mister Volare’… ci vuole anticipare qualcosa?
Sul palco del Teatro Marconi celebreremo nuovamente il mito-Modugno con il nostro spettacolo in trio: nell’arco di questi sette anni di repliche abbiamo portato in scena – in trio, in quartetto, in quintetto o in sestetto – le grandi canzoni di Modugno e i suoi testi più belli.
Nelle nostre quasi cento repliche abbiamo toccato le città di ogni angolo d’Italia: abbiamo potuto avvertire la grande emozione che ogni singola canzone di Mimmo Modugno suscita negli ascoltatori, dai 9 ai 90 anni!
Cerchiamo sempre di ‘imprigionare’ questa sensazione in ogni spettacolo e Roma, città in cui Modugno ha vissuto, è un luogo-simbolo per noi.
Eseguiremo dal vivo le otto canzoni che compongono il disco ‘Mister Volare’, da ‘Lu Pisci Spada’ a ‘Delfini’, passando per ‘Vecchio Frack’ o ‘Meraviglioso’. Sarà un viaggio appassionante nella storia artistica del ‘nostro’ Mimmo!
Qual è il brano che preferisce del repertorio di Modugno?
E’ praticamente impossibile scegliere una sola canzone di Modugno, vista la ricchezza espressiva del repertorio da lui proposto nel corso dei decenni. E non è stato affatto semplice selezionare i brani-chiave dello spettacolo, sin dalla sua prima stesura.
Posso affermare che dal vivo suscita grande sorpresa “Notte di Luna Calante”, che abbiamo voluto anche inserire nel disco. Naturalmente un posto d’onore rivestono canzoni come “Tu sì ‘na cosa grande”, “Vecchio Frack” o la stessa “Volare”.
Quanta emozione sente nel pubblico quando interpreta ‘Nel blu dipinto di blu’?
E’ un magnifico cocktail di sensazioni: gioia, entusiasmo, commozione sincera e coinvolgimento. Abbiamo suonato spesso per pubblici stranieri: e anche in quel caso ‘Volare’ non smentiva la sua forza!
Il prossimo gennaio, questa canzone che trionfò al Festival di Sanremo del 1958 compirà i suoi primi 60 anni: celebreremo questa ricorrenza con uno spettacolo speciale, sul palco del Teatro Bolivar di Napoli, nel cuore di una delle città che Modugno amava di più: con noi sul palco si alterneranno tantissimi ospiti. Speriamo di poter portare in scena questo spettacolo anche a Roma, naturalmente.
C’è un altro artista a cui le piacerebbe rendere omaggio?
Direi Pino Daniele e Lucio Dalla in ambito cantautorale.
Però posso rivelare – in anteprima – che tra il 2017 e il 2018 nascerà un mio nuovo scpettacolo che renderà omaggio a…Mina! Si intitolerà “Siamo tutti Mina – Omaggio a Studio Uno” e celebrerà una certa televisione italiana d’eccellenza, fatta da professionisti straordinari tra gli anni Sessanta e Settanta. Questo spettacolo esordirà a marzo 2018 in teatro ma verrà anticipato da alcune date-pilota in club italiani.
Sul palco del Marconi Teatro Festival, una bella manifestazione, ricca, ampia, senza alcun sostegno economico delle istituzioni. Com’è secondo lei la situazione culturale in Italia?
Certamente va riconosciuto che in ogni angolo d’Italia si rileva un grande fermento artistico, musicale, culturale e teatrale. Questo fermento non è sempre supportato dalle istituzioni locali o nazionali.
A dimostrazione di ciò, sono spesso piccole o medie iniziative frutto dell’impegno e della passione di operatori culturali (anche in grandi città) che fanno nascere i frutti più interessanti, anche a costo di sacrifici.
A titolo esemplificativo, mi piace ricordare che da oltre un anno ho aperto la mia casa a spettacoli teatrali e musicali, fondando il ‘Salotto Francini’, nel rispetto della grande tradizione degli ‘house concert’ che in Europa furoreggiavano già da alcuni decenni.
Un esperimento che si è trasformato in un appuntamento fisso. So che molti colleghi – sia attori che cantanti – in varie parti di Italia hanno adottato formule simili. Spesso ci confrontiamo e talvolta nascondo anche belle idee.
Tutto questo è, naturalmente, frutto di iniziative private, spesso anche di piccole dimensioni e non supportate (o ‘percepite’ a malapena) dalle istituzioni culturali nazionali. In questo senso, Paesi come Francia, Inghilterra o Svezia valorizzano maggiormente i loro patrimoni artistici sotto ogni tipo di tutela.
Le immagini per l’intervista sono fornite dall’Ufficio Stampa dell’artista/manifestazione. Si declina ogni responsabilità riferibile ai crediti e riconoscimento dei relativi diritti.